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L’Autismo ai tempi del COVID-19, tra fase-1 e fase-2.

L’Autismo ai tempi del COVID-19 tra fase1 e fase2

Oggi incontriamo Antonello Contu, educatore professionale con oltre 15 anni di esperienza. Con lui, parleremo delle strategie educative messe in atto lavorando con un bambino nello spettro autistico ai tempi del COVID-19. Faremo un punto sulle difficoltà e le incognite legate agli interventi educativi durante la fase-1 e la fase-2 dell’emergenza.

Antonello, ci parli della sua esperienza e di come sono stati vissuti questi ultimi tre mesi.

Rimanere in casa tutto questo tempo non è stato semplice per nessuno, ma ancor meno per le persone nello spettro autistico, per le persone con disabilità cognitive e relazionali e per i loro caregivers.

In molti casi, i genitori hanno dovuto fra fronte da soli alle difficoltà quotidiane dei loro figli in settori quali la comprensione, la comunicazione, la gestione della frustrazione che puo sfociare in comportamenti problema. Convivere con queste misure di contenimento ha spesso esacerbato i problemi comportamentali e provocato stress in molti caregivers. La routine per noi tutti è stata stravolta da un giorno all’altro. La quotidianità è un aspetto che spesso risulta sottovalutato, invece è fondamentale quando si lavora con persone nello spettro autistico.

Molti genitori e molti caregivers si sono ritrovati “bloccati” tra la paura del contagio e la necessità di dover “colmare” le ore dei propri cari, senza sapere come farlo in modo efficace. Un’impresa, nel vero senso della parola, che nel tempo potrebbe mostrare altri contraccolpi.

Si è infatti posto il problema di dover riorganizzare una quotidianità a cui non eravamo abituati. Chiuse le scuole, chiuse le piscine le ludoteche, i parchi e i centri, proibite le terapie e le attività sportive. Pertanto, molte famiglie hanno trovato il sostegno di educatori e babysitter che si sono resi disponibili a continuare il loro lavoro con difficoltà, rispettando le norme di sicurezza.

L’importanza di una routine quotidiana

Il COVID-19 ha fatto venire meno la routine, gli impegni quotidiani e ha implicato perdere il senso del tempo e del ritmo della settimana. La scuola, le terapie, le attività scandivano il ritmo settimanale, mentre con giornate tutte uguali e chiusi in casa, si fatica a orientarsi nel tempo.

Attualmente, lavoro con un bambino di sette anni nello spetto autistico. Nonostante la sua età, ha percepito subito il cambiamento che si stava prospettando. Prima della quarantena, il bambino aveva una vita con numerosi impegni quotidiani. La mattina, con la scuola materna, poi settimanalmente con sedute di terapia comportamentale e logopedia, terapia multi sistemica in acqua e un progetto d’intervento educativo con un educatore cinofilo.

Dopo la chiusura, con l’avvento della fase-1, il bambino ha avvertito subito la mancanza della sua routine quotidiana, il primo segnale dato è stato quello di svegliarsi nel cuore della notte.

Pertanto, abbiamo tentato da subito di inserire quelle attività che gli dessero una continuità: vedendo ogni mattina la babysitter e io come educatore ogni pomeriggio.

Il progetto individuale e l’autismo ai tempi del COVID-19

Organizzare una routine in un progetto di intervento individuale e personalizzato non è mai semplice. Nell’emergenza COVID-19, durante la prima fase, tenendo conto che le attività disponibili da poter fare erano davvero limitate e non potendo assolutamente uscire di casa, ho lavorato col bambino occupando il suo tempo con sessioni alternate di interventi cognitivo/ comportamentale affiancato da un lavoro sulle autonomie. Questo per stimolarlo e mantenere per quanto possibile, una continuità col lavoro e le terapie che si erano fermate a marzo.

Nella seconda parte della fase-1, potendo uscire nei pressi di casa, ho lavorato sulla motricità (per dare continuità alle terapie dello psicomotricista) con esercizi e giochi strutturati per migliorare e poter mantenere le abilita motorie e la motricità fine. Nella fase-2, finalmente riaperti i parchi, ho lavorato sulle autonomie negli spazi aperti, prediligendo le camminate ed il gioco.

Come sarà la fase 2 del COVID-19 per le persone nello spettro autistico.

La preoccupazione della fase-2 riguarda tutti. Molti familiari di persone nello spettro autistico hanno segnalato casi di maggiore aggressività, comportamenti oppositivi e problemi di sonno/veglia.

Per la ripresa servirà molta pazienza. Sono due le questioni che adesso tengono in apprensione: da una parte il rischio infettivo, che non è ancora svanito ed è maggiore per questi ragazzi, in ragione dei loro comportamenti e l’altro aspetto è la socialità.

Per questa seconda fase sarà importante ripristinare una parte della routine pre- COVID. Sin da aprile, alcune famiglie  reclamavano l’apertura dei centri  di riabilitazione per poter riprendere le terapie in forma individuale e ad orari scaglionati. In questi prossimi mesi, sarà importante per noi operatori, evitare che la pandemia vanifichi i progressi registrati, frutto di terapie e percorsi individuali per il raggiungimento delle autonomie.

Antonello Contu

Antonello Contu è un educatore professionale con oltre 15 anni di esperienza. Lavora con bambini, ragazzi e adulti con disabilità e nello spettro autistico in progetti di intervento educativo, nell’ambito scuola, (specialistica scolastica) e interventi educativi domiciliari. Antonello si occupa di progettazione e realizzazione di percorsi educativi individuali in acqua e d’interventi educativi con educatore cinofilo.

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