fbpx
Sa Manifattura, Viale Regina Margherita 33, 09125, Cagliari
+39 3474089623
hello@linkabili.it

Voci nel Buio

Voci nel buio. L'inclusione passa anche dal teatro

L’inclusione passa anche dall’improvvisazione teatrale.

Questa settimana abbiamo incontrato Alberto Cannizzaro, membro della compagnia di improvvisazione teatrale Yesand che ha ideato e prodotto lo spettacolo teatrale “Voci nel Buio”.

Voci nel buio è uno spettacolo d’improvvisazione teatrale. Nell’oscurità, tredici cantanti e narratori raccontano una storia completamente improvvisata che nasce vive e muore in un’ora di spettacolo.

Lo spettacolo coniuga un’esperienza immersiva dove lo spettatore nel buio totale e bendato, partecipa e da il suggerimento a una trama di voci dove canto e narrazione si fondono per dare spazio all’immaginazione. Infatti, è lo stesso pubblico che ispira lo spettacolo dando il suggerimento che ispira la storia.

Alberto, raccontaci com’è nato “Voci nel Buio”?

Voci nel buio è nato 5 anni fa. Durante una cena tra amici sotto le stelle si è iniziato ad improvvisare dei canti e subito dopo si è unito il racconto, tutto completamente improvvisato e senza aver deciso di farlo. L’esperienza ci ha fatto subito emozionare e pensare a “Dialogo nel Buio”.

Dialogo nel Buio è un percorso allestito da dicembre 2005 presso l’Istituto dei Ciechi di Milano. Nell’assenza totale di luce, gruppi di massimo 8 visitatori guidati da una persona non vedente, compiono un percorso dove esplorano diversi ambienti affidandosi esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto, del gusto.

Nell’esperienza di Dialogo nel Buio, la realtà si ribalta e la persona non vedente ti porta nel suo mondo, mentre la persona vedente perde i suoi riferimenti, deve imparare a usare l’udito, il tatto, l’olfatto nel processo di orientamento.

La stessa cosa succede in “Teatro nel buio”, un altro spettacolo offerto dall’Istituto dei Ciechi di Milano. Un attore interpreta diversi personaggi muovendosi nello spazio e stimolando i diversi sensi del pubblico.

Facendo improvvisazione mi sono reso conto che questa era un’esperienza densa di emozioni, ma passiva per lo spettatore, mentre mi sarebbe piaciuto che l’esperienza diventasse un momento vissuto di condivisione. Per questo motivo è stato ideato Voci nel Buio, affinché la nostra platea diventasse parte attiva dello spettacolo.

Attraverso il canto, le parole e i silenzi volevamo che le voci diventassero la luce immaginifica che divora l’oscurità. Attraverso le voci e le rievocazioni, volevamo che il nostro spettatore ricreasse nuove esperienze e sensazioni.

Come si sviluppa lo spettacolo?

È il pubblico che ispira lo spettacolo, dando un suggerimento che innesca il processo improvvisativo.

Essendo uno spettacolo d’improvvisazione teatrale, ogni rappresentazione non è mai uguale: musica, dialoghi e personaggi cambiano. Niente resta uguale nella musica, nei personaggi e nei dialoghi e quindi nelle immagini che riusciamo a creare.

La platea non vede nulla, ma la mente e l’immaginazione dello spettatore possono creare sulla base delle suggestioni. Tutto è nella testa dello spettatore che diventa parte attiva della rappresentazione.

Il pubblico entra in una nuova dimensione, una dimensione collettiva dove i suoni, le voci il canto sono amplificati cosi come le sensazioni.

Quali sono stati i commenti da parte di persone non vedenti, dopo aver visto lo spettacolo?

Per un periodo, ha fatto parte della compagnia un ragazzo cieco. Uno dei primi commenti ricevuti riguardava la narrazione. Noi attori descrivevamo gli oggetti attraverso la vista, tratteggiavamo i colori, le sfumature e le forme, mentre le esperienze di una persona non vedente si basano sull’udito, sul tatto, sull’olfatto e sul gusto.

La sua prospettiva ci ha aiutato molto a migliorare lo spettacolo. Abbiamo arricchito le descrizioni ricorrendo a nuove sensazioni uditive, olfattive e tattili. Ci siamo finalmente posti un altro punto di vista. Attraverso questo spettacolo, sia noi artisti, sia il nostro pubblico, ci ricordiamo e proviamo a vivere una nuova realtà e un’esperienza diversa.

Grazie anche a questi miglioramenti apportati, Voci nel Buio è stato anche selezionato e dall’Istituto dei Ciechi a Milano che aveva fatto una call per artisti che ideassero spettacoli inclusivi.

L’inclusione passa anche dall’improvvisazione teatrale teatro, basta essere capaci di essere aperti all’innovazione, sperimentare nuove forme di arte, ma anche capire meglio la diversità e saper includere ogni diversità.

logo compagnia teatrale yesand

La Compagnia Yesand: http://www.yesand.it/

Yesand è una associazione culturale e una compagnia di improvvisazione teatrale che ha ideato, prodotto e messo in scena spettacoli di diverso tipo ed è in continuo lavoro su nuovi progetti di ricerca e sperimentazione.

Obiettivo dell’associazione è quello di diffondere questa forma di teatro e la sua contaminazione con altre forme d’arte per esplorarne tutte le potenzialità. https://www.facebook.com/yesandimpro