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Lavoro, aziende e disabilità 

Le persone che vivono una disabilità incontrano troppo spesso ostacoli nello svolgimento della vita quotidiana. Possono essere fisici, come le barriere architettoniche, ma anche di natura culturale e linguistica, di cui l’abilismo ne è un esempio lampante. Un’altra barriera che impedisce alle persone con disabilità di vivere in maniera autonoma la propria vita è costituita dall’accesso al mondo del lavoro. Esiste un pregiudizio non scritto che dipinge chi vive una disabilità come meno produttivo, e dunque meno competitivo, ma in questo articolo ti spieghiamo non solo perché si tratta di un’idea senza fondamento, ma anche sbagliata.  

Perché assumere una persona che vive una disabilità? 

Come LinkAbili, il nostro obiettivo è quello di non dover più rispondere a domande del genere in futuro. Siamo consapevoli però del fatto che la strada per una società più inclusiva sia ancora lunga, ed è per questo che, passo dopo passo, vogliamo contribuire alla costruzione di basi più solide.  

Lo dice la Legge 

La Costituzione della Repubblica Italiana, pur non parlando sempre in maniera esplicita di disabilità, “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (Art. 4).  

Incentivi alle aziende 

La legge n. 68/99, modificata dal decreto legislativo n. 151/15 prevede una serie d’incentivi per l’assunzione di persone con disabilità.  

  • Per 60 mesi o per tutta la durata del contratto, i datori di lavoro possono ottenere un contributo del 70% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali se assumono una persona con disabilità intellettiva e psichica a tempo indeterminato o a tempo determinato per almeno 12 mesi. 2.  
  • Per 36 mesi, i datori di lavoro possono ottenere un contributo equivalente al 35% o al 70% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, se assumono a tempo indeterminato una persona con disabilità. Il contributo dipende dalla riduzione della capacità lavorativa o dalle minorazioni che ha la persona come indicato nel DPR 915/1978. 3.  
  • I datori di lavoro possono ottenere un rimborso parziale delle spese sostenute per l’acquisto di tecnologie di telelavoro, la rimozione delle barriere architettoniche e l’istituzione del responsabile d’inserimento lavorativo. 

    Inclusione lavorativa significa garantire l’autonomia delle persone 

    Offrire un posto di lavoro alle persone con disabilità esprime la volontà di far sentire ciascun cittadino e cittadina come parte integrante della società e di contribuire in maniera attiva al suo funzionamento. Il lavoro rende indipendenti e autonomi da un punto di vista economico, ma anche culturale e sociale. Impedire alle persone che vivono condizioni fisiche o psicologiche particolari significa limitarne le libertà e ostacolare il godimento dei diritti fondamentali.    

    Mettere in pratica il principio di Responsabilità Sociale d’Impresa 

    Le aziende sono parte integrante del tessuto sociale e, in quanto tali, hanno delle responsabilità nei confronti dei contesti in cui operano. Includere nei propri organici persone che vivono una disabilità è un valore aggiunto che incide positivamente sui processi produttivi ma anche sulla gestione del personale. Abbracciare le diversità porta infatti le organizzazioni a ripensare gli spazi in maniera più razionale e funzionale, a considerare modalità di lavoro innovative, come lo smart working, e distribuire i compiti a ciascun dipendente in base ai talenti individuali.   

    Favorire la creazione di una società più giusta 

    Passiamo al lavoro la maggior parte della vita adulta ed è importante che l’ambiente in cui si svolge il proprio impiego garantisca il benessere dei propri dipendenti. La presenza di persone con disabilità sui luoghi di lavoro favorisce il rispetto reciproco, la solidarietà, la comprensione. Tutti valori su cui dovrebbe reggersi tutta la società, anche oltre all’orario di ufficio. L’inclusione lavorativa, da semplice atto filantropico, può e deve trasformarsi in una prassi consolidata per la crescita individuale e collettiva, a beneficio di tutti.  

    Cosa facciamo noi nel concreto? 

    LinkAbili è partner di Includis 2021, un progetto promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna che prevede l’inserimento socio-lavorativo protetto e partecipato di persone che vivono una disabilità o con disagio psichico. Attraverso Includis vengono finanziati progetti di avviamento, inserimento e accompagnamento al lavoro di durata non inferiore ai due mesi e per un massimo di dodici mesi.

    Si tratta di un passo concreto che mira a promuovere l’inclusione sociale, le pari opportunità, la partecipazione attiva e combattere la povertà e ogni discriminazione. Se non sai di cosa si tratta, ti invitiamo a seguire i canali social di Includis per conoscere meglio il progetto e restare aggiornato sugli sviluppi.

    E ricorda, se hai bisogno di sostegno nella gestione della vita quotidiana tua o di un tuo caro che vive una disabilità, siamo a tua disposizione. Comincia da qui e scopri cosa possiamo fare per te.